E’ probabile che la zona della Sabina sia più visitata dai turisti che dai romani stessi, nonostante sia un’area che disti circa 30 km dal confine nord-est di Roma. L’area è attraversata dal Tevere e arriva fino agli Appennini nel centro Italia; la strada consolare principale che la taglia è la via Salaria che arriva fino alla riva Adriatica.

La zona, oltre che al mito del “ratto delle Sabine” è conosciuta anche per il prestigioso olio di oliva. I monti Sabini si ergono fino a 1282 metri slm. Nella zona sorgono Rieti, le cascate delle Marmore, Greccio, Farfa, Roccantica, Casperia, Poggio Catino, Poggio Mirteto e numerosi altri paesini da scoprire e con storie antichissime.

Storicamente da considerarsi come la terra abitata dai Sabini, da cui prende il nome la popolazione preromana. I contatti con Roma si perdono nella leggenda, anche se è certo che Romani e Sabini furono per lungo tempo in perenne guerra reciproca e che tra i due popolo sia avvenuta una compenetrazione, tanto che da un certo momenti i Sabini si insediarono sul Quirinale, contribuendo alla crescita e al rafforzamento della città di Roma.

Casperia (conosciuta come Aspra Sabina fino al 1947), ad esempio, si narra sia stata fondata da genti provenienti dal Mar Caspio. Le mura della città risalgono al I secolo D.C., ma è nel Medioevo che si sviluppa maggiormente il paese divenendo uno splendido esempio di architettura medievale, con una struttura a “Bulbo di cipolla”, con strade e cerchi concentrici che via via si restringono, inerpicandosi sui versanti del colle sino a culminare alla piazza centrale (S. Giovanni Battista). Casperia ha ricevuto, nel 2004, la Bandiera Arancio (marchio di qualità turistico- ambientale).

Farfa si trova invece nella bassa Sabina ed è stata fondata nel V secolo e possiede tra le più importanti abbazie in Europa, parzialmente danneggiate dall’invasione Saracena di metà IX secolo. Nel 966 papa Giovanni III decise di fortificarla ordinando la sua fortificazione, con la costruzione di mura, torri e castelli. Tale opera di fortificazione, nota come castellamento, investitì anche altri borghi nella zona, che sono quelli che sono giunti fino a noi: villaggi medievali e castelli che dominano la valle.

Cascate delle Marmore, sono tra le più alte d’Europa (165 metri), suddivise in tre salti e si collocano all’interno dell’omonimo parco naturale. Il nome deriva dalla composizione di carbonato di calcio presente sulle rocce che sono simili al marmo bianco. La cascata è formata dal fiume Velino che defluisce dal lago di Piediluco e si tuffa nella gola del Nera. La zona offre numerose attività a piedi, in bicicletta, con il kayak e il rafting.

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