E’ il XIII rione di Roma ed è uno dei più grossi.

Il nome indica la posizione geografica, “al di là del Tevere” (dal latino trans Tiberim). Questa zona inizialmente contesa con gli Etruschi, era considerata strategica per via del controllo della zona dell’isola Tiberina e l’accesso al porto fluviale. Di fatti, una volta annessa alla città di Roma durante l’Età Repubblicana, venne abitata soprattutto da coloro che avevano attività legate al fiume, oltre che luogo dove venivano messi gli schiavi liberati provenienti dall’oriente, soprattutto ebrei. Mentre in età imperiale vediamo il sorgere di numerose ville (in particolare ricordiamo Villa Clodia di un’amica di Catullo e la villa di Caio Giulio Cesare detta Horti Caesaris di cui rimane il nome della via).

Era collegata alla Città tramite il ponte Sublicio e, una volta edificate le Mura Aureliane, una porzione soltanto venne lasciata fuori, includendo però di fatto Trastevere all’interno della nuova cinta muraria. Nel Medioevo sorsero numerose torri di guardia a difesa della città, volute dalle famiglie nobiliare. Si può dire che a parte alcune opere di rifacimento stradale (la pavimentazione è del XV secolo a opera di Sisto IV), il rione rimase immutato fino al 1800, quando Pio IX vece sorgere nella zona di piazza Mastai la Manifattura dei Tabacchi.

Nuovi miglioramenti si vedranno con l’edificazione dei muraglioni del Tevere tra la fine del XIX e inizio XX secolo.

Trastevere è famosa anche per essere abitata dai mazzamurelli (mazza= colpo, murello= mura dalla abitudine di battere contro le mura di una casa per manifestarsi): spiriti capricciosi, folletti della casa. Fanno così parte della storia di questo rione da avere anche una via a loro dedicata. Adesso sappiamo che i mazzamurelli sono il genius loci degli antichi romani, coloro che proteggevano l’individuo nella religione arcaica. Uno spirito buono che nasce con la persona e lo accompagna nel corso della sua vita. Col tempo il genius è divenuto anche protezione di un popolo, città o un luogo. Potrebbero essere equiparati ai moderni “angeli custodi”.  Questi venivano dipinti anche sui muri, con la speranza che venissero protetti dallo sporco.

Lo stemma è una testa di leone d’oro su sfondo rosso che, pare, simbolizzi i cristiani uccisi nelle arene (il rosso simboleggia il sangue versato). Secondo un’altra chiave di lettura il leone è il simbolo della forza e la fierezza dei trasteverini che, a distanza di tanti secoli, ancora contraddistingue gli abitanti di questo magnifico rione.

 

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