Sapevate che l’altare della patria è il primo monumento al Milite ignoto d’Italia e rappresenta i militari morti in guerra di cui non sono mai stati ritrovati i corpi. Tale usanza si diffuse in tutto il mondo, soprattutto dopo la Prima Guerra Mondiale. La proposta, nel nostro paese, venne avanzata dal colonnello Giulio Douhet che propose il Pantheon a Roma, ma l’idea venne rigettata, per scegliere il Vittoriano o a Piazza Venezia, già molto criticato per le sue dimensioni tronfie, che in questo modo rivestì un ruolo solenne e rispettato.

E’ considerato l’omaggio più alto dello Stato Italiano verso i caduti per le guerre. Ma chi è “il Milite ignoto”? Venne scelta una delle salme su undici da Maira Bergams (di un paese vicino Trieste), mamma di Antonio Bergamas, volontario irredentista che disertò l’esercito austroungarico per unirsi a quello italiano (a tal proposito vi consigliamo l’ascolto del monologo teatrale “Cenere e Ombra” andato in onda su Radio Rai 3 qualche anno fa), morto in combattimento e il cui corpo non venne mai ritrovato.  La cerimonia fu nella basilica di Aquileia. Da qui il 29 ottobre 1921 partì il convoglio guidato da una locomotiva a vapore che passo molto lentamente attraverso le città della penisola, così da permettere alla popolazione di porgere il proprio omaggio, per giungere a Roma il 2 novembre nella basilica di Santa Maria degli Angeli fino al 4 mattina dove fu tumulata alla presenza di Vittorio Emanuele II. La cripta attuale che ospita la salma è stata costruita con pietre provenienti dalle aeree dove si combatté la Prima Guerra Mondiale (come il Monte Grappa).