Nel 2017 la holding MyTaxi aveva denunciato le cooperative radiotaxi di Roma e Milano per violazione della concorrenza; la multinazionale aveva sostenuto che, per garantire il libero mercato e la concorrenza sarebbe stato fondamentale cambiare gli statuti delle cooperative che vincolano i soci tassisti, in quanto tali, a non prestare servizio per altri operatori del settore. Le cooperative taxi, tra cui Samarcanda, hanno agito contro quella che pretendeva di essere un’imposizione di MyTaxi sul mercato italiano.
La sentenza n. 5417/2019, pubblicata il 29.4.2019, con la quale il TAR del Lazio – Roma ha deciso il ricorso proposto da Samarcanda contro Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e nei confronti di Mytaxi, annullando il provvedimento di conclusione del procedimento I801A (adottato in data 27 giugno 2018) secondo il quale, a dire dell’AGCM, Samarcanda avrebbe posto in essere intese restrittive della concorrenza, con riferimento alle clausole che individuano specifici obblighi di non concorrenza.
La citata sentenza accoglie, in generale, i motivi di ricorso formulati da Samarcanda, assistita dall’Avvocato Maria Vertucci, volti a denunciare il difetto di motivazione e di istruttoria; facendo cenno anche alla scarsa importanza dell’apporto restrittivo imputato (in maniera assertiva) alla medesima Samarcanda.
Il TAR del Lazio ha espressamente riconosciuto un ruolo di assoluto rilievo dei singoli tassisti i quali – riferisce il TAR – avrebbero dovuto essere coinvolti dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nel procedimento, per meglio chiarire la loro posizione in ordine alla libertà di recesso, alle modalità di raccolta della domanda di servizio, alle ragioni per le quali non avevano valutato utile l’adesione alla piattaforma Mytaxi.
La pronuncia, dunque, ha accolto integralmente le tesi sostenute da Samarcanda, riconoscendo corretto l’operato della stessa, contrariamente a Mytaxi che ha visto rigettata la propria posizione sia processuale che sostanziale.
Il presidente di Samarcanda, Fabrizio Finamore , dichiara: “Il chiaro segnale mandato ieri dalla sentenza del TAR, rispecchia il coraggio e il sacrificio dei soci tassisti che tenacemente lottano ogni giorno per salvaguardare il proprio posto di lavoro. Samarcanda ha deciso di portare avanti questa battaglia, poiché da sempre crede nel rispetto e nella dignità dei lavoratori. Il fatto che la sentenza sia arrivata a ridosso della festa del 1 Maggio, ci fa sperare per il meglio“, dice infine il presidente della Cooperativa romana.
Le posizioni difese dalla cooperativa Samarcanda e da tutta la categoria di tassisti non sono tese a rimanere nel passato ma anzi ad innovarsi con la giusta attenzione ai diritti dei lavoratori ed alle garanzie necessarie per condurre una vita lavorativa serena. Dal marzo 2015 Samarcanda è infatti una delle cooperative fondatrici del consorzio nazionale AppTaxi che permette al cliente di prenotare il servizio taxi in tutta Italia e pagarlo direttamente tramite l’applicazione. Il network di cooperative taxi 100% italiano che compongono il consorzio nasce dall’esigenza di coprire con un servizio al passo con i tempi e di elevata qualità riconosciuta in tutto il territorio nazionale. Un’idea fortemente connotata per la sua italianità: la sede legale, i servizi di pagamento, il know how tecnologico sono completamente made in Italy.
Inoltre anche AppTaxi sta sposando il concetto di green mobility dando la possibilità agli utenti di specificare all’interno dell’app se desiderano viaggiare con automobili elettriche o ibride.
L’attenzione all’ambiente ma anche al sociale caratterizza la cooperativa, nella quale è infatti nata l’iniziativa Taxi Solidale, il quale si rivolge alle fasce deboli della popolazione romana ed è patrocinata da diversi Municipi e varie Onlus.