E’ stato uno dei più celebri registi italiani e maggiori esponenti della commedia all’italiana. A lungo si ritenne che Monicelli fosse di Viareggio, complice anche la sua ambiguità. Grazie al critico Della Chiesa, venne alla luce che era nato e vissuto a Roma, nel quartiere Prati, fino all’età di 11 anni.
La sua prima pellicolo è del 1934, un corto dal titolo Cuore rivelatore, girato insieme all’amico Alberto Mondadori. Nell’anno segente, vide la luce il primo lungometraggio, I ragazzi della via Paal.
Nel 1937 dirige, sotto psudonimo, Pioggia d’Estate, dove Monicelli è regista, sceneggiatore e soggettista. Come lo stesso regista ammise, questo fu il filme che gli insegno a scrivere per il cinema, a girare e a trattare con gli attori.
Famoso era la sua capacità di far venire alla luce le doti nascoste degli attori. Fu lui infatti che trasformò Sordi in attore drammatico, con film come Un borghese piccolo piccolo, o Vittorio De Sica e Monica Vitti in attori comici e irriverenti.
Monicelli vivrà professionalmente una vita molto prolifica che inizierà a rallentare, senza smettere con l’avanzare dell’età. Egli difatti, per sua ammissione, temeva di più l’incapacità di continuare a lavorare piuttosto che la morte. Del 2010, anno della sua morte, è infatti anche il suo ultimo lavoro, un corto (La nuova armata Brancaleone) con il quale criticava i tagli imposti alla cultura.
Nonostante la celebrità, figli e nipoti, decise di vivere da solo, convinto che costringersi all’auto sufficienza lo mantenesse sveglio e reattivo, piuttosto che la vicinanza di qualcuno che ti aiuta in ogni cosa per rispetto all’anzianità.
Un tumore alla prostata in stadio avanzati, lo porto a suicidarsi lanciandosi dalla finestra dell’ospedale S. Giovanni Addolorata di Roma, nel novembre del 2010.